Prestazioni domiciliari sanitarie e socio-assistenziali rese agli anziani: chiarimenti sull’applicazione dell’IVA

Con la risposta a interpello n. 163 del 19 giugno 2025, l’Agenzia delle Entrate ha fornito importanti chiarimenti in merito al trattamento ai fini IVA delle prestazioni domiciliari erogate a soggetti anziani da parte di una fondazione, distinguendo tra attività di natura sanitaria e quelle socio-assistenziali.

Nel dettaglio, l’Agenzia ha ribadito che tali prestazioni devono essere considerate separatamente dal punto di vista tributario. In particolare:

  • Le prestazioni domiciliari di natura sanitaria, qualora rese da soggetti abilitati (come enti accreditati o professionisti sanitari), beneficiano dell’esenzione dall’IVA ai sensi dell’art. 10, n. 18 del D.P.R. 633/1972, anche se sono erogate in regime di solvenza, ovvero direttamente a carico del paziente e non del Servizio Sanitario Nazionale.
  • Al contrario, le prestazioni socio-assistenziali domiciliari – pur se rivolte a soggetti fragili come gli anziani e anche quando rientrano nei programmi del servizio sanitario o assistenziale – non rientrano tra quelle esenti e sono quindi soggette all’aliquota ordinaria del 22%. Ciò vale anche se il costo dell’intervento è sostenuto, in tutto o in parte, dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN) o da altri enti pubblici.

La distinzione tra le due tipologie di servizi si fonda sulla natura della prestazione e sulla qualifica del prestatore, con un impatto diretto sull’imponibilità IVA. Il chiarimento si inserisce in un contesto normativo e giurisprudenziale consolidato, volto a evitare indebite estensioni del regime di esenzione previsto in materia sanitaria.