Click Day addio? Il Consiglio di Stato frena sull’uso del criterio cronologico
Il tanto discusso meccanismo del click day, utilizzato per l’assegnazione di fondi e incentivi pubblici, potrebbe avere i giorni contati.
Con il parere n. 701/2025, emesso nell’ambito dell’esame dello schema di decreto sul nuovo Codice degli incentivi alle imprese, il Consiglio di Stato ha sollevato importanti perplessità sull’efficacia e l’equità di questo strumento.
Perché il click day è contestato
Il criterio del “primo arrivato, primo servito” è stato spesso criticato da imprese e associazioni di categoria per la sua natura selettiva basata sulla rapidità di invio delle domande, piuttosto che sulla qualità dei progetti o sul reale bisogno economico.
Questa modalità, sebbene garantisca una rapida allocazione delle risorse, tende a favorire chi dispone di connessioni internet veloci, strumenti tecnologici avanzati e competenze informatiche, penalizzando soprattutto le piccole realtà o quelle situate in aree con infrastrutture digitali meno sviluppate.
Il parere del Consiglio di Stato
Nel documento, i giudici di Palazzo Spada evidenziano un’incoerenza nello schema di decreto:
- da un lato, si dichiara l’intenzione di limitare l’uso dei click day;
- dall’altro, lo si mantiene tra i possibili criteri di istruttoria delle domande.
Questa contraddizione, secondo il Consiglio di Stato, rischia di generare confusione e di minare gli obiettivi di equità e trasparenza che il nuovo Codice dovrebbe perseguire.
Verso nuovi criteri di assegnazione
Il parere invita il legislatore a valutare criteri alternativi al click day, come:
- graduatorie basate su punteggi e requisiti oggettivi;
- sistemi di valutazione a sportello con finestre temporali più ampie;
- modalità miste che uniscano velocità e merito.
💡 In sintesi: il click day, così com’è, potrebbe presto diventare un ricordo, ma la partita è ancora aperta. Molto dipenderà dalla versione definitiva del Codice degli incentivi alle imprese e dalle scelte operative che seguiranno.
