E’ stato approvato ieri, 1 maggio, dal Consiglio dei Ministri il Decreto Lavoro. Il documento contiene interventi per gli sgravi con l’obiettivo di aumentare il netto in busta paga per i lavoratori, incentivi per le imprese che assumono, il rifinanziamento del fondo per riduzione della pressione fiscale, già prevista dalla scorsa legge di bilancio, una maggiore flessibilità sui contratti a tempo determinato, la riforma del Reddito di Cittadinanza e altre novità per le famiglie.

Per quanto riguarda il taglio del cuneo fiscale e contributivo, è previsto una tantum nel periodo compreso tra il 1 luglio e il 31 dicembre 2023, escludendo la tredicesima. In sostanza, lo sgravio contributivo per i dipendenti passa dal 3% al 7% per i redditi fino a 25mila euro e dal 2% al 6% per i redditi fino a 35mila euro, con un aumento medio netto in busta che può arrivare a 100 euro al mese.

E a proposito di lavoratori, per favorire l’occupazione, sui contratti a tempo determinato con durata tra i 12 e i 24 mesi vengono eliminati alcuni vincoli sulle causali per i rinnovi oltre i 12 mesi.

Per gli occupabili, con il vincolo della partecipazione ai corsi di formazione, è previsto un importo pari a 350 euro mensili per un massimo di 12 mesi, non rinnovabili. Vi rientrano soggetti di età compresa fra i 18 e 59 anni in condizioni di povertà assoluta, o facenti parte di nuclei privi dei requisiti per il nuovo sostegno al reddito, ma anche componenti di nuclei che lo percepiscono ma che non vengono calcolati nella scala di equivalenza. Questo contributo mira alla formazione e alla riqualificazione professionale e per accedervi occorre registrarsi sulla piattaforma nazionale, dichiarando la propria disponibilità al lavoro, così da poter ricevere offerte di lavoro o essere inseriti in progetti di formazione. Importante, qualora un soggetto occupabile iscritto alla piattaforma dovesse rifiutare un’offerta di lavoro a tempo pieno o parziale il beneficio decade.

Invece, per le famiglie a basso reddito con presenza di disabili (minori o ultrasessantenni), è stato introdotto l’assegno di inclusione, ma occorre l’ISEE di massimo 9.360 euro ed il reddito familiare entro i 6mila euro annui, moltiplicati per la scala di equivalenza. Il beneficio è erogato dall’INPS con pagamento elettronico per 18 mesi, rinnovabili di altri 12 dopo un mese di fermo e potrà arrivare ad un massimo di 500 euro al mese, oltre 280 euro qualora la famiglia abiti in affitto.

Se il nucleo è costituito da persone che hanno almeno 67 anni o sono disabili gravi, l’assegno mensile sarà di 630 euro, oltre a 150 euro di contributo d’affitto. Anche qui il sussidio spetta per 18 mesi, rinnovabili per altri 12.

Fringe benefit detassati fino ai 3mila euro per i dipendenti con figli minori a carico, ma per il periodo d’imposta 2023. Vi rientrano anche le somme erogate o rimborsate dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche

I datori di lavoro privati che assumono, a determinate condizioni, i beneficiari del nuovo sussidio (ex Reddito di Cittadinanza), hanno diritto a incentivi nella misura di esonero contributivo previdenziale. Mentre ai patronati, alle associazioni senza scopo di lucro e ad altri enti di mediazione, verrà riconosciuto un contributo tra il 60% e l’80% di quello riconosciuto ai datori di lavoro.

E per favorire l’occupazione giovanile, per i datori di lavoro che assumono giovani sotto i trenta anni di età, non inseriti in programmi formativi e registrati nel PON “Iniziativa Occupazione Giovani”, sono previsti incentivi all’assunzione pari al 60% della retribuzione, per 12 mesi. Questo incentivo è cumulabile con l’esonero contributivo al 100%, per un periodo massimo di 36 mesi e con altri incentivi previsti dalla legge in atto.

Altro contributo è rivolto agli enti e alle organizzazioni per ogni persona con disabilità assunta a tempo indeterminato, tra il 1° agosto 2022 ed il 31 dicembre 2023.