La sentenza n. 4673/2023 della Corte di Cassazione, depositata il 21 novembre 2023, ha sancito la fine dei “professionisti” abusivi cioè quelli che senza prevista abilitazione si occupano della tenuta di registri contabili e della redazione di dichiarazioni dei redditi, mansioni che, se svolte in assenza di necessarie qualifiche comportano una condanna penale.

Infatti a giudizio dei magistrati con la sentenza emessa, il compimento senza titolo di atti che, pur non attribuiti singolarmente in via esclusiva a una determinata professione, siano univocamente individuati come di competenza specifica di essa, allorché lo stesso compimento venga realizzato con modalità tali, per continuatività, onerosità e organizzazione, da creare, in assenza di chiare indicazioni diverse, le oggettive apparenze di un’attività professionale svolta da soggetto regolarmente abilitato, costituisce reato (art. 348 c.p.).

   «Art. 348  (Esercizio  abusivo  di  una  professione).  -  Chiunque
abusivamente esercita una professione per la quale e'  richiesta  una
speciale abilitazione dello Stato e' punito con la reclusione da  sei
mesi a tre anni e con la multa da euro 10.000 a euro 50.000. 
  La condanna comporta la pubblicazione della sentenza e la  confisca
delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato  e,
nel caso in cui  il  soggetto  che  ha  commesso  il  reato  eserciti
regolarmente una  professione  o  attivita',  la  trasmissione  della
sentenza medesima al competente  Ordine,  albo  o  registro  ai  fini
dell'applicazione  dell'interdizione  da  uno  a   tre   anni   dalla
professione o attivita' regolarmente esercitata. 
  Si applica la pena della reclusione da uno a cinque  anni  e  della
multa da euro 15.000 a euro 75.000 nei confronti  del  professionista
che ha determinato altri a commettere il reato di cui al primo  comma
ovvero ha diretto l'attivita' delle persone  che  sono  concorse  nel
reato medesimo».