C’è tempo fino al 30 novembre per i cosiddetti lavoratori precoci che vogliono presentare domanda di pensione per il 2022.

Oggi tutti i lavoratori possono accedere alla pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi o con 41 anni e 10 mesi, se si tratta di donne, e se quota 41 rimanesse in vigore per il 2023 si tradurrebbe in uno sconto contributivo di un anno e 10 mesi per gli uomini e di 10 mesi per le donne, qualora non dovessero essere introdotti ulteriori limiti. Il Governo ha infatti rimandato al 2023/2024 la definizione della tanto attesa riforma delle pensioni, inserendo sulla Legge di Bilancio 2023 le proroghe delle misure attuali.

I lavoratori precoci sono coloro che hanno iniziato a lavorare prima dei 18 anni e hanno accumulato almeno 12 mesi di contributi, anche se versati in maniera non continuativa, prima del diciannovesimo anno di età.

I contributi si devono riferire ad un periodo che sia antecedente il 31 dicembre 1995, data dell’entrata in vigore del calcolo contributivo della pensione. In sostanza la possibilità di pensione anticipata si rivolge ai lavoratori dipendenti del settore pubblico o privato e agli iscritti alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi (come artigiani, commercianti e lavoratori agricoli) che, appunto, possono andare in pensione a qualunque età, qualora abbiano maturato in tutto 41 anni di contributi.